Boschi, alture e un antico maniero: la Maremma, dolce e mossa, che si distende fino all’orizzonte tra campi, uliveti e vigne. Una casa per custodire la cultura della vite. È una Toscana autentica e nobile quella del Castello di Montepò, nell’agro di Scansano, dove le terre diventano vigne di leggenda.
Circondato da boschi, ulivi e dalle piccole alture della Maremma, l’antico maniero, fin dal medioevo, è stato l’inespugnabile baluardo a difesa dei confini del feudo, una missione che persegue ancora oggi proteggendo i 600 ettari della tenuta, di cui 50 vitati, dove Jacopo Biondi Santi ha trovato le condizioni ideali perché l’interazione vitigno terroir coronasse il suo ambizioso progetto di valorizzazione vitivinicola.
La famiglia Biondi Santi si è conquistata un posto nella tradizione del vino italiano grazie alla vivace e appassionata inventività che, fin dagli albori, l’ha contraddistinta. Le radici di questa brillante avventura affondano nell’800, quando Ferruccio Biondi Santi impiantò il primo vigneto di Montalcino con viti di un clone selezionato di Sangiovese, denominato Sangiovese Grosso o Brunello: fu il primo passo verso un nuovo modo di vinificare che presto sarebbe entrato nella storia del vino italiano.
Vivere il vino a Castello di Montepò è un’esperienza davvero particolare, sin dall’arrivo al punto di accoglienza, da cui prende il via la visita della Tenuta della famiglia e del Castello. Immersi in una natura incontaminata, potrete osservare una terra straordinaria, dove la civiltà della vite e del vino, sono il segno distintivo di una tradizione che questa famiglia di generazione in generazione ha tramandato nei secoli, diventando un punto di riferimento del vino di qualità in Italia e nel mondo.